Passeggeri notturni by Gianrico Carofiglio

Passeggeri notturni by Gianrico Carofiglio

autore:Gianrico Carofiglio
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858422441
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2016-03-14T23:00:00+00:00


Poliziotto buono

Una delle piú antiche tecniche investigative, di certo la piú nota, è quella del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Viene utilizzata negli interrogatori di sospettati o di testimoni reticenti. Insomma di soggetti poco inclini a collaborare con gli investigatori. I ruoli, come è ovvio, vengono decisi prima di cominciare.

Lo schema è suppergiú il seguente.

Il cosiddetto poliziotto cattivo si comporta in modo aggressivo, verbalmente violento, minaccioso e sprezzante per suscitare ostilità, paura e bisogno di protezione. Il cosiddetto poliziotto buono al contrario si comporta in modo amichevole, gentile, comprensivo, quasi empatico; difende il soggetto interrogato dalle prepotenze e dalle aggressioni verbali del cattivo e suscita (o dovrebbe suscitare) simpatia. L’idea alla base del metodo è che dopo essere stato esposto al comportamento abusivo e prevaricatore del poliziotto cattivo, il soggetto dovrebbe essere incline a collaborare per un senso di gratitudine nei confronti di chi – il poliziotto buono – quel comportamento ha fatto cessare.

È un metodo vecchio che però – prescindendo da ogni considerazione sulla sua liceità etica o addirittura giuridica – funziona sempre. O meglio: quasi sempre. Come dimostra questa storia che mi racconta un mio vecchio amico ispettore di polizia.

L’ispettore Caruso e il sovrintendente Minardi lavorano alla narcotici di una questura del Nord. Una pattuglia delle volanti ha accompagnato da loro un ragazzino trovato in possesso di due bustine di cocaina, evidentemente per uso personale. Minardi e Caruso decidono di interrogarlo per cercare di identificare lo spacciatore. Come al solito Minardi, un tipo magro dalla faccia affilata e dall’espressione poco rassicurante, farà il cattivo. Caruso, un omone di cento chili, quasi senza collo, che nel tempo libero insegna judo ai bambini, farà invece il buono.

Comincia Minardi – il cattivo – tenendo in mano le due bustine di droga.

– Chi te l’ha data questa? – gli urla in faccia.

– Uno che ho trovato in piazza, me l’avevano indicato degli altri ragazzi. Gli avevo chiesto da chi potevo comprare un po’ di roba.

– Come si chiama questo uno?

– Non lo so, non l’avevo mai visto prima. Me l’hanno indicato dei ragazzi, gli avevo chiesto se c’era qualcuno…

Minardi gli prende il mento fra le dita e gli solleva la testa, bruscamente.

– Guardami in faccia, stronzetto. Non ci prendere per il culo, altrimenti ti faccio pentire di essere nato. Chi-cazzo-ti-ha-dato-la-droga? – gli dice, occhi negli occhi, molto da vicino. Il ragazzo, però, sostiene lo sguardo, e in un modo che costringe Minardi a lasciarlo, quasi senza accorgersene.

– Lo so quello che fate: il giochetto del buono e del cattivo. Lo so come funziona, l’ho visto in tanti film. È inutile, non lo conosco davvero quello da cui l’ho comprata.

La scena diventa immobile per qualche secondo. Nessuno dice niente. I due poliziotti si trattengono dal guardarsi perché sono sicuri che gli verrebbe da ridere, e non sanno cosa fare. L’idea per tirarsi fuori dall’impasse viene a Caruso.

– Bravo, allora sai tutto di come lavoriamo noi sbirri. Quindi secondo te il mio collega sarebbe il cattivo e io sarei il buono. È cosí? – Il ragazzo annuisce, un po’ perplesso.



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